mercoledì 2 dicembre 2009

Nella testa di Mou c'e' il piano B(alotelli)




Dalle stelle alle stelle e ritorno in soli 7 giorni. E’ capace di questo e altro il novello conquistador del calcio italiano Josè Mourinho, che tra un broncio e l’altro, ha fatto notare domenica scorsa: “La mia squadra ha vinto, oggi sono di nuovo bravo. Alla prossima sconfitta sarò di nuovo scarso. Dopo Barcellona mi hanno già trovato un sostituto. Spalletti deve aspettare ancora un altro pò”. Rinfrancato dal buon risultato ottenuto con la Fiorentina, con cui la stessa Juventus non è andata oltre uno blando 1-1, il sornione Josè ha ricoperto l’inedito ruolo di consolatore di Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro durante le interviste post-match, inzuppando nel miele le amare pasticche che i malcapitati juventini potrebbe ingoiare nella notte del derby d’Italia di sabato prossimo: circa 11, come i punti che separerebbero Inter e Juve dopo appena 15 giornate di campionato nel caso di vittoria nerazzurra. A -11 dalla vetta, Ciro potrebbe non reggere una temperatura cosi’ rigida e, visti i tempi che corrono,sarebbe vivamente consigliato un ricovero d’urgenza in ospedale, il più lontano possibile dalla fredda e ghiacciata panchina dei bianconeri.

Se a Vinovo piove sul bagnato, il cielo della Pinetina è minacciato solo da una piccola nuova grigia che viene dalla russia: il Rubin. Per quanto riguarda invece il campionato, nell’ambiente nerazzurro c’e’ soddisfazione per un distacco dalla seconda che si allarga di uno o due punti ogni paio di giornate. La seconda oggi si chiama Milan, un avversario non propriamente temibile visto che è stato già regolato 4-0. La Juventus potrebbe essere spedita come detto a -11, ma anche in caso di successo bianconero il distacco rimarrebbe immutato al soddisfacente +5 che si registrava alle 14.59 di domenica scorsa.

In chiave campionato, l’Inter va a Torino come se fosse in gita, per portare i ragazzi a fare una sgambata. La peste della classe di prof. Mourinho, Balotelli, quantomeno partirà dalla panchina. Mario ne ha fatta ancora una delle sue, entrando alla seconda ora sabato mattina e facendo l’occhiolino ai cuginetti rossoneri a mezzo stampa. Mou l’ha mandato in punizione con gli altri asini della squadra, in tribuna, come i ripetenti Materazzi e Mancini. Dare del professore a Mourinho non è solo un giudizio ironico, ma anche un complimento. Nelle sue formazioni i giovani di talento hanno sempre trovato spazio, sovvertendo spesso e volentieri le gerarchie di anzianità che regolano un grande club. All’Inter lo ha dimostrato ampiamente spedendo in nazionale il bambino Santon lo scorso anno, lasciando in panchina gente come Chivu e Maxwell, mentre al Chelsea, la sua creatura preferita fu Obi Mikel, il quale soffiò il posto ad un certo Makele. Se Balotelli trova difficile entrare nei piani di Mourinho è solo un suo demerito, che va a scapito del suo grande potenziale.

Super Mario contro la Juve potrebbe decidere la partita sia giocando, come fece già un paio d’anni fa in Coppa Italia( doppietta esplosiva), ma anche semplicemente scaldandosi a bordo campo. E’ infatti nota allo stratega portoghese la tendenza a commettere harakiri da parte della Juventus nella stagione corrente, a cui nella partita di sabato potrebbe partecipare attivamente una piccola fetta del pubblico dell’Olimpico, intonando cori contro la peste nerazzurra.

La questione è abbastanza patetica, perché mentre i cori registrati durante la partita contro l’Udinese da parte dei supporters bianconeri erano da ritenere soltanto uno “sfotto’” molto crudo (“ Se saltelli muore Balotelli”, sulle stesse note di “ Se saltelli muore Lucarelli”) contro un giocatore non simpatico alla tifoseria bianconera, quello sedato da Buffon e il ds Secco nella sciagurata trasferta di Bordoeux è un ignobile coro di intolleranza razziale (“ Un negro non può essere italiano”). Domenica scorsa Sissoko è stato contestato con i celebri ululati razzisti (“buu”) da una parte dei tifosi cagliaritani. Sia Buffon che Del Piero non sono andati a chiedere la sospensione della gara all’arbitro (finita 2-0 per il Cagliar ndr), come è intenzionato a fare capitan Zanetti nel caso in cui si dovesse levare qualche coro contro Super Mario. Sia Juventus che Cagliari sono state multate per questi cori da chi di dovere, ma la sensazione è che tutto questa diatriba, in particolare su Balotelli, è stata montata dai vari media, per creare ancora più attenzione attorno ad un evento come il derby d’Italia che, ad oggi, non risulta più essere uno scontro diretto per il titolo.

La Juventus per prima è caduta nella trappola, segnalando già con l’Udinese, con il proprio speaker dello stadio che “la Juventus F.C. è assolutamente contraria ad ogni forma di razzismo”, a seguire la FIGC che ha multato la società bianconera di 20.000 euro, una cifra simbolica, appunto perché l’aggressione verbale nei confronti di Balotelli, più che di motivazione razziale, è causa dai colori della maglia che indossa. I razzisti, quelli veri, dopo il tam tam mediatico si sono svegliati dal proprio torpore e a Bordeaux si sono espressi con dei cori ignobili.

La Juventus si batte da tempo contro il razzismo, facendo di Sissoko e Amauri due testimonial onnipresenti nelle proprie iniziative e ,recentemente, col patrocinio dell’Unesco, si è resa protagonista di di livello n iniziativa internazionale contro ogni tipo di discriminazione(clicca qui).

Nonostante questo, oggi la Juve, sballottata tra Bordeaux e Cagliari, si ritrova a fronteggiare sabato sera, oltre che la capolista, anche un manipolo di ultras con il cervello al contrario. E’ auspicabile che, nel caso in di inizio di qualche coro vergognoso, la stragrande maggioranza del pubblico di Torino si ribelli a vedere macchiato lo stemma della Juventus dall’onta di un razzismo, che non fa affatto parte della sua storia.

All’Olimpico Mou si presenterà con la stessa formazione di anti-Barcellona, meno il treno Maicon e con l’assenza probabile dell’olandese volante Sneijeder, giocatore fondamentale per lo Special One, come da lui stesso dichiarato dopo la sconfitta contro i campioni d’Europa blaugrana: “ L’assenza di Wesley si è fatta sentire più di quella di Ibra e Messi per loro. Non c’è un sostituto nella rosa e quando lui manca il gioco ne risente”. A Mourinho il risultato dell’Olimpico importa relativamente, ma per superare il Rubin la settimana prossima c’è bisogno di una squadra sana soprattutto dal punto di vista psicologico. La Juventus non fa paura in prospettiva campionato, perché può prendere sberle da squadre come Cagliari, Palermo e Napoli, oppure impantanarsi in pareggi blandi come avvenuto con il Bologna e il Genoa, che l’Inter invece ha perentoriamente regolato con uno scarto di almeno 2 gol. Nonostante questo, davanti ad una squadra arrabbiata e gasata anche dalle dichiarazioni ironiche del nerazzurro Materazzi ( “ La Juventus è molto più forte di noi” – “ La Juventus è come il Livorno per quanto ci riguarda”), una battuta d’arresto per la truppa nerazzurra potrebbe essere dietro l’angolo.

Davanti alla possibilità di ritirare la squadra, Mourinho si espresso cosi’ davanti alla stampa : “Ho studiato le competenze di un allenatore durante una partita. Se ritiro io la squadra perdiamo 3-0 a tavolino”. Ma se lo facesse l’arbitro?Mou è un furbacchione e sa che ogni carta che ha a disposizione va giocata a dovere, sia per la corsa al titolo che per la tanto aspettata riscossa europea interista. Lo Special One è pronto a tutto, anche a far scaldare a bordo campo le peste delle classe qualche minuto in più del necessario. Eccolo il suo piano B(alotelli).



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