lunedì 7 dicembre 2009

Ci sono un napoletano, un portoghese e un brasilero....




Aveva le mani che gli tremavano ancora. Ciro Ferrara non ha retto l’urto della vittoria contro l’Inter, la vittoria che, almeno per 2 giorni, gli salva il posto da mister bianconero. Era così teso, il buon vecchio Ciruzzo, da svegliarsi alle 7 di mattina del giorno successivo per partecipare ad una maratona( la “Tutta Dritta”) da 10 km nel bel mezzo di Torino. Messa in soffitta l’adrenalina accumulata dopo una partita al cardiopalma, Ferrara guarda alla partita di domani contro i tedeschi del Bayer Monaco con ottimismo e una certa sicurezza dei propri mezzi ( basta un pareggio per passare il turno).

Quella sicurezza che invece il conquistador portoghese Josè Mourinho pare aver smarrito nella serataccia dell’Olimpico. Josè, dopo aver predicato bene, ha razzolato malissimo. Se Mou voleva essere un esempio per Balotelli e per tutti quei bamboccioni dei giovani talenti nostrani, non ci è riuscito sicuramente nella serata di sabato scorso, rimediando una figura che difficilmente gli permetterà di parlare dal pulpito per almeno un paio di mesetti. Alla prima decisione controversa della gara ( una punizione discutibile data alla Juve, dalla quale poi è scaturito poi il gol del vantaggio bianconero) si è fatto cacciare fuori da Saccani, a causa di applauso galeotto troppo irrisorio nei confronti del direttore di gara. Erano appena passati 20 minuti. Qualcuno, della carta stampata, ha addirittura osservato che a volte Mourinho si fa espellere volontariamente, in modo da dare una scossa alla squadra. Se fosse stata realmente questa la sua intenzione, quanto meno ha esagerato con il voltaggio: ne è uscita un’Inter carbonizzata, capace di approfittare di un errore della Juventus e poco altro.

Dal cappello magico di Mou sono sbucati nel secondo tempo Mancini e Balotelli. Loro avrebbero dovuto trasformare la gara nei piani dello Special One. La gara, in effetti è cambiata, a causa di un paio di simulazioni di Super Mario che, entrando nervoso come non mai a causa del tam-tam mediatico che si è gonfiato in settimana intorno a lui, ha infervorato gli animi in campo. Prima finge di aver preso una spallata in faccia da Grosso, poi, ciliegina sulla torta, commette fallo su Melo che, da buon randellatore, gli rifila una doppia gomitata all’altezza del costato. Mario, subito a terra, invoca giustizia toccandosi vistosamente il volto. E’ come accendere un cerino in una camera a gas. Esplosione. Addirittura Buffon avanza a centrocampo e si ritrova protagonista di una rissa in stile quinta elementare con un altro famoso randellatore, questa volta nerazzurro, Thiago Motta. Nel mezzo, Chivu dà una mezza testata a Sissoko, il quale, per par condicio, cade a terra come se gli avessero sparato. Non proprio quello che voleva ottenere Mou, che ha regalato anche una bella passerella di fischi e insulti a Marco Materazzi, nell’inedita versione di centravanti alla veneranda età di 36 anni suonati.

E’ un Inter che, seppure partisse con un vantaggio di 8 punti in classifica dalla Juve, ha interpretato la gara scendendo al livello dei bianconeri, i quali hanno puntato tutto sulla rabbia e sul furore agonistico. Un Inter che, a ben vedere, non aveva tanta benzina quanto i bianconeri, risparmiandone un bel po’ in prospettiva della partita fondamentale con il Rubin. La squadra di Mourinho non è stata capace di far girare a vuoto il pressing dei bianconeri, facendosi anzi mettere sotto soprattutto in fase di impostazione. Ne è uscita una partita contratta, non di cuore ma addirittura di fegato, che ha coinvolto nelle emozioni della partita solamente i tifosi delle due storiche rivali.

A Ferrara, dunque, la vittoria, il quale però si trova sempre a -5 dalla vetta, con un Milan di mezzo che è riuscito a collezionare la quinta vittoria consecutiva. La squadra di Leonardo sta ottenendo quella continuità che la Juventus per ora può solamente sognare. Chi vincerà il titolo? E’ facile, una squadra con la maglia a strisce…

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