mercoledì 17 marzo 2010

The Special Teacher



Il non spettacolo di Mou.94° minuto di Chelsea-Inter, Mourinho si alza dalla panchina, lascia qualche autografo ai tristi ed eccitati fan dei blues e rincasa in fretta nel tunnel che porta agli spogliatoi. Nessun giro di campo, nessuna stretta di mano con i giocatori avversari e non. La faccia del conquistatore di Setubal ricorda più quella di una sfinge che quella di un allenatore che si è appena tolto una grandissima rivincita. Ma chi si sorprende di questo suo atteggiamento non conosce il buon vecchio Josè. Lui, quando vince una battaglia a cui tiene particolarmente, si comporta cosi’. Sempre. Basti riportare alla memoria la sera più gloriosa della sua carriera, quando vinse la Coppa dei Campioni con il Porto. Lasciò anzitempo la premiazione, imboccando da solo il tunnel degli spogliatoi. Quella notte si giustificò dicendo ‘ volevo dare la medaglia a mio figlio’, ieri, di medaglie nemmeno l'ombra.

Il panino di Carletto.Ebbene, come ha dichiarato il presidente Moratti, il migliore in campo è stato proprio il suo allenatore. Come dargli torto. Nessun giornale ha azzeccato la formazione spregiudicata dello Special One, Ancelotti, di fronte ai microfoni della stampa, ha detto di ‘aspettarsela’, ma chi lo conosce bene giura che Carletto riserva quell’espressione solo quando è colto in fragrante in piena notte mentre si prepara un bel paninazzo con la mortadella. Cosi’ Mourinho ha schierato un 4-2-1-3 purissimo, cose che si vedono solo alla playstation, che poi si tramutava in fase difensiva in un 4-5-1.Il lavoro di copertura sia di Etoo che di Pandev è stato fondamentale. Carletto,invece, che doveva vincerla la partita, ha mandato in campo un 4-3-3, che pero’ era in realtà un 4-4-2 ( Malouda, seppure vivace, non può essere paragonato offensivamente ad Etoo e Pandev). Se nel primo tempo la partita è stata per lo più equilibrata e forse il Chelsea meritava qualcosa in più ( 2 contatti molto dubbi nell’area di Julio Cesar), il secondo tempo dell’Internazionale è stato esemplare, portato avanti da cambi azzeccatissimi di Mourinho ( specialmente la decisione di lasciare in campo Etoo invece di Pandev) e condizionato dalle giocate chirurgiche dell’asso olandese Wesley Sneijder.

Si scrive Internazionale, si legge Internacional.Arriviamo alla questione principale. La prima squadra della serie A ha vinto, meritatamente, contro la prima squadra della Premier League: il calcio italiano è rinato? Non proprio. Su 28 giocatori scesi in campo solo uno è italiano, si chiama Marco Materazzi, va per i 37 anni, ed ha giocato 1 minuto di gara su 94°. L’unico italiano che ha veramente partecipato alla gara, decidendola con le sue scelte, è stato Carlo Ancelotti, che si trovava nella barricata opposta. In prospettiva mondiale, se c’è una nazionale a rallegrarsi del risultato di ieri non è quella di Lippi, ma quelle di Maradona e di Dunga: Samuel,Zanetti,Cambiasso,Motta,Milito, Julio Cesar,Maicon e Lucio sono stati devastanti. La filosofia adottata da Mou, non è stata esattamente italiana. Avete mai visto Fabio Capello o Marcello Lippi schierare 3 punte pure piu’ un trequartista per difendere un 2-1? Nel complesso quest’Inter ci azzecca al campionato italiano cosi’ come il Bayern Monaco, che qualche anno fa minacciava, in rotta con il Palazzo della Budesliga, di venirsene a giocare per un paio d’anni in Italia.

L’effetto Mou.Ma c’è un ma. La filosofia dell’Inter non è mai stata quella di puntare particolarmente sui giocatori italiani. L’ultimo campione azzurro che ha strappato qualche sorriso ai tifosi nerazzurri era Bobo Vieri ed è passato alla storia per essere finito al Milan. Le ultime 5 squadre che hanno preceduto questa Inter non erano tanto differenti. Con il Villareal, nel 2006, erano appena due gli italiani in campo ( Toldo e Materazzi) mentre con Valencia e Liverpool solo Materazzi rappresentava il Bel Paese. In panca c’era Mancini, e la sua ‘mentalità italiana’, ha portato l’Inter ad eliminazioni del tutto premature. Un po’ come la Juve di Capello in Champions, alla squadra nerazzurra mancava l’aggressività giusta per fare propria la partita. Si pensava a non prendere gol, per poi giocarsi la qualificazione nell’ultima parte della gara. Mourinho ha trovato un Inter solida difensivamente ed ha cercato di trasmetterle il suo gioco offensivo con le 3 punte. Non ci è riuscito per 2 anni. I flop di Quaresma e Mancini sono esemplari in questo. L’Inter di Mou, vista con le grandi d’Europa come Manchester e Barcellona, ha raccolto sempre poco ed è anzi uscita ridimensionata da questi confronti. Ieri lo Special One ha messo da parte quella squadra brutta che gioca ‘all’italiana’ nel nostro campionato per schierare un 11 titolare senza paura che ha aggredito, in pieno stile Premier League, uno svogliato team italiano, che voleva giocarsi la qualificazione solo nei minuti finali, senza scoprirsi troppo.

The Special Teacher.L’Inter vista ieri ha poco o niente di italiano ma ha quello che serve per vincere. Se solo Capello, Lippi, Ancelotti e Spalletti traessero qualche insegnamento dalla partita di Londra, allora si che si potrebbe parlare di vittoria italiana. Per ora, è la rivincita del calcio Mourinhano.

Il riassunto del match Chelsea-Inter



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